Il potere nascosto degli introversi al lavoro
Riservati, sognatori e ad alto potenziale. Sul lavoro gli introversi hanno una marcia in più, ma spesso devono imparare a crederci. E a brillare.
PSICOLOGIA
6/16/20255 min read


Avete presente quella collega particolarmente riservata, che parla poco e preferisce passare la pausa pranzo leggendo qualche pagina di un libro? E quel collega super loquace e sempre disponibile a far festa? In ogni gruppo di lavoro e in ogni azienda esistono persone di questo tipo: esempi viventi di personalità opposte.
L'introversione e l'estroversione sono infatti tratti fondamentali della nostra personalità. Studiate da Carl Jung, tra i primi a introdurre questi concetti nella psicologia moderna, introversione ed estroversione non rappresentano una classificazione rigida della personalità, ma si collocano su una spettro ricco di sfumature. Questo significa che ognuno di noi può appartenere ad entrambe le categorie, anche se una prevale quasi sempre sull'altra.
Come si fa a riconoscere se si appartiene all'una o all'altra categoria? Ecco una semplice serie di indizi che possono aiutare.
Caratteristiche della personalità estroversa:
- si ricaricano stando con gli altri
- amano le conversazioni leggere
- sono spontanei, agiscono d'impulso
- cercano stimoli e novità
- amano il lavoro di gruppo
Caratteristiche della personalità introversa:
- si ricaricano stando da soli
- preferiscono interazioni profonde
- sono riflessivi, pensano prima di agire
- sono sensibili agli stimoli esterni
- lavorano bene in autonomia.
Nel mondo del lavoro, gli estroversi tendono a brillare e a mettersi in luce, soprattutto durante i colloqui.
Ma non è assolutamente detto che questo si traduca in migliori capacità professionali o in una maggiore propensione al lavoro in team. Anzi, spesso è vero proprio il contrario. E' importante, però, che ogni tipo di personalità sia collocato in un ambiente capace di valorizzarla al meglio.
Infatti, per sperimentare un vero benessere al lavoro nel lungo periodo, è fondamentale svolgere un tipo di lavoro adatto al proprio temperamento. Un lavoro nel quale possiamo dare il meglio di noi stessi facendo le cose che ci piacciono di più e che ci vengono meglio. Amiamo stare in contatto con le persone o preferiamo ambienti di lavoro più protetti? Preferiamo lavorare in team oppure da soli? Sono tutte considerazioni che dovrebbero orientarci nella scelta di un lavoro. Soprattutto se siamo introversi e particolarmente sensibili.
A tutti gli introversi in ascolto, segnalo l'interessante libro "La vita segreta degli introversi. Il bello di chi sa tacere in un mondo fatto di chiacchiere" di Jennifer Granneman. Il testo esplora nel dettaglio le caratteristiche e le tante potenzialità della personalità introversa. Ecco alcuni concetti che ho trovato nell'interessante capitolo dedicato agli introversi nel mondo del lavoro.
I vantaggi degli introversi al lavoro
Gli introversi possono essere ottimi lavoratori e ottimi leader, preziosi per le aziende anche se non si mettono subito in luce. Innanzitutto, la predilezione per il lavoro in solitaria consente agli introversi di risolvere i problemi in maniera creativa e inusuale. Seduti alla loro scrivania, elaborano più idee nella loro mente. Riescono infatti a liberare la mente e a concentrare i pensieri, e tutto questo ragionamento profondo e mirato può portare alla luce nuove soluzioni e idee brillanti.
Parlando invece di problem solving, gli introversi sono insistenti. Essendo molto riflessivi, tendono a elaborare i problemi più a lungo, quando ormai tutti gli altri colleghi sono passati ad altro. E in questo modo, scovano più facilmente le soluzioni più interessanti.
Sorprendentemente, gli introversi sono adatti al lavoro in team. Diverse ricerche dimostrano che nel lungo periodo gli introversi sono giocatori di squadra migliori degli estroversi, i quali spesso, dopo una prima impressione positiva, tendono a deludere i colleghi. Il motivo? Gli introversi tendono a tenere in alta considerazione ciò che gli altri pensano di loro. Questo significa che possono lavorare meglio in team, perché si preoccupano di come vengono percepiti dai colleghi e non vogliono che gli altri pensino che non danno il loro contributo.
Spesso, sul posto di lavoro, gli introversi portano la calma nell'occhio del ciclone. Quando tutti impazziscono per l'ennesimo cambio di politica aziendale, gli introversi stanno già pensando a nuovi modi per adattarsi. Con riservatezza.
Infine, gli introversi sono davvero competenti, perchè amano acquisire nuove conoscenze e approfondire gli argomenti.
Gli introversi e la felicità sul lavoro
Cosa rende felici gli introversi sul posto di lavoro? E cosa li rende infelici? Ci sono alcune professioni che gli introversi prediligono? Si può pensare che gli introversi felici del loro lavoro siano bibliotecari, scrittori o magari camionisti, perché possono passare molto tempo da soli. Secondo una ricerca condotta dalla stessa Granneman su oltre 400 lettori del suo blog "Introverti dear", sembra che le cose non stiano così. Sorprendentemente, molti introversi felici del proprio lavoro avevano incarichi basati sul contatto personale, come lo psicoterapeuta, l'infermiere, l'insegnante o il manager.
Cos'è quindi, il fattore che viene maggiormente apprezzato dagli introversi al lavoro? Ecco alcune risposte.
Mi piace aiutare gli altri e fare la differenza nella vita delle persone
c'è la giusta quantità di interazione con le persone: né troppa né troppo poca
spesso rimango solo, e questo mi permette di concentrarmi per lungo tempo
il mio capo mi rispetta e non controlla le mie attività
è un lavoro che mi garantisce autonomia e flessibilità
posso essere creativo
imparo spesso cose nuove
stimo le persone con cui lavoro
la mia azienda valorizza i dipendenti
ho a che fare con i clienti per lo più attraverso le mail, senza troppe interazioni dirette
ho la possibilità di lavorare da casa
Un elemento è però emerso chiaramente: i lavori meno adatti ad un introverso sono l'addetto alle vendite, l'operatore di call center e l'addetto al servizio clienti. In linea generale, gli introversi non amano i lavori che li costringono a interazioni superficiali e non significative, detestano i lavori noiosi e ripetitivi, con scarsa autonomia operativa e che li costringono a incontrare sempre nuove persone.
Quali sono quindi le principali indicazioni che un introverso può seguire quando deve scegliere il proprio lavoro? Innanzitutto, non deve necessariamente cercare un lavoro da svolgere in solitaria, ma assicurarsi che offra la possibilità di interazioni significative. Scegliere un tipo di lavoro che intervalli momenti di socialità, con altri di lavoro solitario. Anche poter chiudere la porta quando si desidera concentrarsi o poter lavorare ogni tanto da casa è importante.
Occorre inoltre pensare alla soddisfazione personale e alle mansioni da svolgere: sono piacevoli? Tutti noi dovremmo pensare a cosa ci fa stare bene. Un introverso probabilmente preferirà avere a disposizione molto tempo per fare ricerca, per riflettere, per scrivere, per analizzare dati, senza troppe riunioni di grandi gruppi di persone.
Se hai ancora qualche dubbio sul tipo di professione da svolgere o desideri sapere se il tuo attuale lavoro è davvero adatto a te, ecco sei domande per scoprire la tua vocazione:
Quale messaggio vorresti condividere con il mondo?
Come vorresti essere ricordato/a quando non ci sarai più?
Cosa volevi fare da piccolo/a?
Che genere di mansioni ritieni inadatte a te?
Quale tipo di lavoro non faresti mai, qualsiasi sia lo stipendio?
Per altre informazioni su questo tema, il blog Introvert, dear è una miniera di informazioni utili.
Buon lunedì, cari introversi. Vi auguro di riconoscere le vostre tante potenzialità e di esprimerle all’interno dell’ambiente di lavoro ideale!
Per approfondire:
"La vita segreta degli introversi. Il bello di chi sa tacere in un mondo fatto di chiacchiere" di Jennifer Granneman, Feltrinelli, 2019
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