E tu, per chi lavori?

Impariamo a lavorare per noi stessi e a sviluppare il nostro spirito imprenditoriale per una nuova soddisfazione sul lavoro.

MOTIVAZIONE

7/21/20254 min read

Quando iniziamo a conoscere una persona, molto spesso tra le domande che le rivolgiamo, o che ci sentiamo rivolgere, c'è anche il grande classico "e tu, dove lavori?" oppure "che lavoro fai"? In effetti, il nostro lavoro ci definisce e parla moltissimo di noi, della nostra storia e delle nostre scelte di vita.

Ma esiste anche una versione leggermente diversa di questa domanda, che può portare a risposte più profonde e anche più utili per la nostra crescita personale: "per chi lavori?". Si potrebbe certamente rispondere "Lavoro per l'azienda xy" o "nello studio tal dei tali", ma non è l'unica risposta possibile.
E nemmeno la più interessante.

La soddisfazione sul posto di lavoro

Sono molte le ricerche che indagano la soddisfazione delle persone sul posto di lavoro. Secondo l'European Working Conditions Survey più recente (2023) circa l'85% dei lavoratori europei dichiara di essere soddisfatto del proprio lavoro. I livelli di soddisfazione variano leggermente: oltre il 90% nei paesi nordici e tra il 75% e l'80% nelle regioni dell'Europa meridionale e orientale. La soddisfazione è risultata correlata a fattori come l'equilibrio lavoro-vita privata, il supporto dei colleghi e l'autonomia sul lavoro.

Tuttavia, si tratta di una soddisfazione generale e non significa che tutto funzioni sempre perfettamente. Generalmente tendiamo a pensare che sia il datore di lavoro a doversi occupare del nostro benessere e della risoluzione di ogni tipo di problema all'interno del rapporto di lavoro. E sono molte le persone che si accontentano di una vita fatta di insoddisfazione, demotivazione e negatività, sopportando una situazione lavorativa che non li soddisfa.

Sappiamo benissimo quanto sia difficile trovare un lavoro e quanto sia importante l'esigenza di avere un'entrata fissa ogni mese per far fronte alle spese quotidiane. La ricerca di un lavoro soddisfacente, e di una vita soddisfacente, è complessa e sfidante. Forse anche per questo tante persone riunciano in partenza e si accontentano di una vita mediocre. Un fatto è però innegabile: viviamo una volta sola. E non abbiamo possibilità di replica.

Se la situazione in ufficio si protrae per anni in un'atmosfera stagnante o dichiaratamente negativa, è sempre il caso di andare alla ricerca di un lavoro che soddisfi maggiormente le nostre esigenze. Ma cambiare posto di lavoro non è sempre la soluzione, e magari in diversi casi non è nemmeno possibile.

Come fare, allora, per vivere subito meglio e magari aumentare la soddisfazione sul posto di lavoro, anche se quello che facciamo già ci piace?

Riscoprendo il nostro potere personale e la nostra capacità di influire sull'ambiente che ci circonda e sulle nostre scelte quotidiane. Uscendo dalla mentalità del "lavoratore dipendente" che si aspetta sempre che a risolvere i problemi sia qualcun altro, e diventando "imprenditori di noi stessi".

Ecco allora che, a quella fatidica domanda, potremmo rispondere "Lavoro per me stesso", anche se il nostro è un lavoro subordinato.

Imprenditori di sè stessi

Una persona che agisce come imprenditore di sè stesso si prende cura di sè: del proprio benessere, della propria energia e della propria motivazione. Sviluppa la propria vita lavorativa in maniera strategica, si occupa in prima persona della crescita professionale e del proprio aggiornamento. Anche se tutto questo, magari non viene notato immediatamente sul luogo di lavoro.

Non solo: sviluppando la nostra intelligenza relazionale possiamo anche diventare coloro che agiscono concretamente sull'ambiente nel quale operano, contribuendo a portare valori positivi come il lavoro di squadra, l'empatia, il supporto ai colleghi, la pazienza, la propositività. Come sempre, è questione di scelte.

Esiste un libro molto interessante, L'almanacco di Naval Ravikant, che consiglio di leggere per capire a fondo cosa significa agire nella propria vita con spirito imprenditoriale. Naval è un imprenditore e investitore di successo, uno dei primi a scommettere su società come Twitter, Uber e centinaia di altre. Si è guadagnato una straordinaria visibilità e un ampio seguito grazie alle sue idee innovative non solo nel campo degli affari, ma anche su temi come il benessere e la ricerca della felicità. L'almanacco è una summa della saggezza e delle esperienze di Naval negli ultimi dieci anni, sotto forma di una raccolta delle sue più illuminati interviste e delle sue riflessioni più significative. Ispirazione pura ad ogni capitolo per imparare anche noi, nei nostri rispettivi ruoli, ad essere davvero imprenditori di noi stessi.

E se la situazione è particolarmente negativa?

Esiste un interessante video dell'esperto di Mindfulness Giorgio Luciani, che porta un messaggio importante: se non puoi o non vuoi cambiare quello che fai, puoi sempre cambiare il rapporto con quello che fai. Possiamo cambiare tante cose. Giorgio, in questo suo bellissimo video, ce ne ricorda ben nove: consiglio di guardarlo e di approfondire anche i tanti altri video presenti sulla sua piattaforma.

Quando qualcosa non ci piace, infatti, spesso cerchiamo di andarcene, di allontanarci da ciò che non ci piace, dalla situazione spiacevole. In questo modo ci allontaniamo anche dal momento presente, dall'istante che stiamo vivendo. Possiamo invece provare a trasformare la nostra esperienza quotidiana, qualunque lavoro facciamo, perché ogni lavoro può essere bellissimo. Dipende da come lo facciamo. Se lo facciamo con amore e presenza, può diventare un'esperienza bellissima.

Buon lunedì!

Per approfondire:
L'almanacco di Naval Ravikant. Una guida alla ricchezza e alla felicità, Eric Jorgenson, ROI Edizioni, 2021